lunedì 2 agosto 2010

2 agosto, 30 anni fa

Sono nata il 4 settembre 1980, e siccome ho avuto da prestissimo una spiccata tendenza all'ombelicocentricità, la data del 2 agosto 1980 mi ha sempre fatto una certa impressione, perché uno dei fatti più gravi della nostra storia recente era accaduto esattamente 1 mese e 2 giorni prima che io nascessi. Ho chiesto molte volte a chi mi stava intorno quale fosse il loro ricordo personale della strage di Bologna, visto che io non potevo averne. Il ricordo di mia madre, che, col suo pancione che già al 3. mese di gravidanza era più grande di lei, stava cercando un po' di frescura in campagna insieme ai miei nonni, è quello del tg dell'ora di pranzo, dei commenti dei cronisti, della ricerca dei quotidiani, il giorno dopo, da parte di mio nonno.
Nel settembre 1999, al mio arrivo a Bologna in occasione dell'Mtv Day, quasi non mi ricordavo che quella stazione era proprio la stazione della strage. Era mattina presto, il viaggio era iniziato all'alba (e sarebbe finito il giorno dopo quasi all'ora di pranzo), l'adrenalina era a livelli impressionanti già a quell'ora: Bologna, soprattutto dopo aver letto Jack Frusciante è uscito dal gruppo era diventata la mia città-mito, e nel delirio di onnipotenza in cui veleggiavo in quell'estate della maturità, ero convinta che presto sarei stata "di casa" in quella città. Forse è anche per questo che la vista della lapide con i nomi delle vittime mi colpì con ancora più forza. La porzione di pavimento squarciato lasciato così com'era rimasto. La facciata, con quel buco in mezzo. Non me lo ricordo se vidi l'orologio con le lancette ferme (leggo che era stato rimesso in funzione, ma non riesco a capire se poi effettivamente è stato fermato di nuovo sulle 10.25), perché ho avuto gli occhi pieni di lacrime finché non siamo saliti sul bus che ci portava al luogo del concerto.

Ogni volta che in stazione sentite gli altoparlanti che informano che "i bagagli incustoditi saranno controllati dalla polizia", pensate all'allarme che un innocuo zaino dimenticato in un angolo può suscitare in molte persone. E non provate a mollare una valigia nella sala d'aspetto di un grande aeroporto anche solo per andare a buttare una cartaccia in un cestino - la prima (e unica) volta che l'ho fatto, a Fiumicino, ho visto un militare che la puntava con un MITRA.

E quando capitate alla stazione di Bologna, lanciate un bacio verso quella lapide. Non dimentichiamo. Il vuoto che quello squarcio ha lasciato nelle vite dei familiari delle vittime non si potrà mai colmare, ma se dimentichiamo la voragine diventerà ancora più grande.
Poi uscite dalla stazione, asciugatevi gli occhi, e godetevi una delle città più belle di questa nostra Italia.