lunedì 1 novembre 2010

Gli insegnanti che vi (ci) auguro

"Era uno straordinario insegnante, il professor Da Silva. Ci trattava con grande serietà, come se durante la sua quinta ora noi ragazzine di terza media potessimo dire una parola definitiva su qualche questione che tormentava gli studiosi da secoli. Ascoltava le nostre voci allegre con aria concentrata. Quando parlava si esprimeva sempre per paragrafi completi. Se lo si ascoltava bene nei suoi discorsi si riuscivano a sentire le virgole e i trattini, ogni tanto anche i due punti e il punto e virgola. Il professor Da Silva aveva una citazione adatta per ogni occasione che la vita gli presentava e in questo modo sfuggiva alla realtà".
Da Middlesex, di Jeffrey Eugenides (traduzione italiana di Katia Bagnoli), un romanzo che vi consiglio se vi piacciono le storie dal sapore di saga familiare, o anche solo le storie ben raccontate. Il professor Da Silva non è uno dei protagonisti, ma la sua descrizione è tratteggiata con una tale grazia che non posso fare a meno di augurarvi, di augurarci, di incontrare almeno una volta nella vita un insegnante come lui.

martedì 14 settembre 2010

Un augurio, e un libro

E così, anche quest'anno, le vacanze sono passate.
Purtroppo, dirà la maggior parte di voi. Menomale, diranno il mio alunnamico Jack e i più precari tra i miei colleghi precari, ansiosi di sapere che ne sarà di loro (noi) quest'anno.
A tutti voi, a tutti noi, auguro un buon anno scolastico.
E, visto che la profe ama perdersi nei sogni e tra le pagine dei libri, vi dedico anche un libro.
Anzi, moltissimi, ma partendo da un libro in particolare, che è questo:


Tradotto in italiano come Il GGG, parla dell'amicizia tra Sofia, un'orfanella inglese, e un gigante molto particolare, il grande gigante buono, appunto. Il linguaggio è esilarante e pagina dopo pagina si scopre il valore della tolleranza e della cooperazione. Un libro da gustare anche per le illustrazioni, per poi passare a tutti gli altri di Roald Dahl, un vero maestro per la letteratura per l'infanzia, e non solo.
Per chi sta crescendo, e per chi, come chi ha deciso di lavorare nella scuola,
forse non ha mica tanta voglia di crescere del tutto!

BUON ANNO SCOLASTICO!

La profe.

lunedì 2 agosto 2010

2 agosto, 30 anni fa

Sono nata il 4 settembre 1980, e siccome ho avuto da prestissimo una spiccata tendenza all'ombelicocentricità, la data del 2 agosto 1980 mi ha sempre fatto una certa impressione, perché uno dei fatti più gravi della nostra storia recente era accaduto esattamente 1 mese e 2 giorni prima che io nascessi. Ho chiesto molte volte a chi mi stava intorno quale fosse il loro ricordo personale della strage di Bologna, visto che io non potevo averne. Il ricordo di mia madre, che, col suo pancione che già al 3. mese di gravidanza era più grande di lei, stava cercando un po' di frescura in campagna insieme ai miei nonni, è quello del tg dell'ora di pranzo, dei commenti dei cronisti, della ricerca dei quotidiani, il giorno dopo, da parte di mio nonno.
Nel settembre 1999, al mio arrivo a Bologna in occasione dell'Mtv Day, quasi non mi ricordavo che quella stazione era proprio la stazione della strage. Era mattina presto, il viaggio era iniziato all'alba (e sarebbe finito il giorno dopo quasi all'ora di pranzo), l'adrenalina era a livelli impressionanti già a quell'ora: Bologna, soprattutto dopo aver letto Jack Frusciante è uscito dal gruppo era diventata la mia città-mito, e nel delirio di onnipotenza in cui veleggiavo in quell'estate della maturità, ero convinta che presto sarei stata "di casa" in quella città. Forse è anche per questo che la vista della lapide con i nomi delle vittime mi colpì con ancora più forza. La porzione di pavimento squarciato lasciato così com'era rimasto. La facciata, con quel buco in mezzo. Non me lo ricordo se vidi l'orologio con le lancette ferme (leggo che era stato rimesso in funzione, ma non riesco a capire se poi effettivamente è stato fermato di nuovo sulle 10.25), perché ho avuto gli occhi pieni di lacrime finché non siamo saliti sul bus che ci portava al luogo del concerto.

Ogni volta che in stazione sentite gli altoparlanti che informano che "i bagagli incustoditi saranno controllati dalla polizia", pensate all'allarme che un innocuo zaino dimenticato in un angolo può suscitare in molte persone. E non provate a mollare una valigia nella sala d'aspetto di un grande aeroporto anche solo per andare a buttare una cartaccia in un cestino - la prima (e unica) volta che l'ho fatto, a Fiumicino, ho visto un militare che la puntava con un MITRA.

E quando capitate alla stazione di Bologna, lanciate un bacio verso quella lapide. Non dimentichiamo. Il vuoto che quello squarcio ha lasciato nelle vite dei familiari delle vittime non si potrà mai colmare, ma se dimentichiamo la voragine diventerà ancora più grande.
Poi uscite dalla stazione, asciugatevi gli occhi, e godetevi una delle città più belle di questa nostra Italia.

venerdì 30 luglio 2010

Gli alunni dell'estate

Anche questa estate mi ha portato in contatto con diversi nuovi alunni.
Gli alunni dell'estate hanno i debiti a settembre o sanno di avere la coscienza non particolarmente a posto, sanno che senza una mano quest'anno non ce la fanno, oppure vengono trascinati fin da me da mamme preoccupate perché il prossimo anno si profila durissimo già dalla fine di questo. Hanno avuto il numero tramite una collega o per il passaparola tra amici. A volte 2 che sono nello stesso gruppo si incrociano mentre uno entra e l'altro esce, e ne approfittano per mettersi d'accordo per il mare.
Affrontano la sveglia la mattina presto e si infilano il casco per venire a fare lezione prima che il sole diventi cocente. Hanno il naso spellato dal sole e gli occhi arrossati dal sale. Quasi sempre un quaderno nuovo per "ricominciare", una penna nascosta in tasca e il cellulare silenzioso, che tanto non squillerebbe comunque perché tanto a quell'ora gli amici dormono ancora. Le ragazze hanno il segno del costume che spunta dalla maglia, sanno di cocco o di fragola e si lamentano dei capelli che si increspano.
Quasi tutti continuano a bazzicare casa mia durante l'inverno per un ripassino prima del compito, e a mano a mano che l'abbronzatura svanisce e le maniche si allungano, li vedo cambiare. Col tempo, questo non mi coglie più troppo di sorpresa: nei visi di oggi intravedo all'incirca quelli che saranno domani, ma, quando è il momento, vederli coi miei occhi mi emoziona sempre.

domenica 25 luglio 2010

Cuore di chioccia

Ieri al tg della sera ho sentito la notizia della strage tra il popolo della Love Parade a Duisburg.
Il primo pensiero è stato per N., il mio geometra piercing-munito che spesso e volentieri affronta chilometri e chilometri per ascoltare i suoi artisti tecno preferiti in giro per l'Italia e per L'Europa.

Da brava profe-chioccia metto mano al cellulare e digito: "Non sei in Germania alla Love Parade, vero? E se ci sei è tutto ok? Non mi fare stare in pensiero!". La risposta non tarda ad arrivare: N. è al lavoro, come ogni estate, e ora che la scuola è finita e probabilmente riuscirà anche a darmi del tu senza sentirsi in dovere di scusarsi subito dopo, mi invita a bere una birra appena capito all'Elba.

La vittima italiana dell'incidente di Duisburg non ha una faccia che conosco. Ma questo mi consola solo in parte. Giulia sarebbe benissimo potuta essere una mia alunna. E' stata l'alunna, la figlia, l'amica, la fidanzata di qualcuno, e tanto basta.

sabato 19 giugno 2010

Good News

Estratti dagli sms più belli di questa settimana:

La mamma di D., 1. media:
Ieri pagella, inglese 6 tedesco 7

La mamma di P., 1. liceo:
Promosso!!!!!!!!!!!!

G., uno dei miei alunni adulti, che in questi giorni ha finito gli esami del suo anno da privatista:
Prepara 2 scatole di ciabatte* prova di inglese più che buona sia scritto che orale.

*mi aveva promesso che se avesse superato gli esami avrebbe fatto man bassa nel negozio dove lavoro... direi che è un buon affare, no? :)

venerdì 4 giugno 2010

"Stare alle regole"

- Te ci vai alla festa domenica?
- Sì, se i miei mi mandano
- I miei mi mandano, vedrai che ti mandano anche i tuoi. Solo che ci sono anche G. e F. Ma che ci fanno loro??
(squilla il telefono della mia vicina, si mette a urlare in moldavo e mi perdo un pezzo di discorso - riesco comunque a ricostruire che G. e F. sono degli adulti amici dei genitori delle ragazzine)
- Sì, ma che ci fanno loro? Ci stanno per controllare. Per controllarci. Ma io, figuriamoci! Io non ci sto alle loro regole! Non vogliono che io beva? L'hanno visto al cinema! Io bevo, eccome! Anche se poi lo vanno a dire ai miei genitori, non mi interessa. Bevono tutti, bevo anch'io! Non ci sto alle loro regole!
- Forse hanno paura che ci ubriachiamo...
- Non mi interessa, non ci sto alle loro regole, faccio come mi pare!
- Ma hai intenzione di ubriacarti?
- No! Ma non voglio stare alle loro regole, punto e basta.

Magari non berrà neanche un sorso di birra, a quella festa. Ma l'importante, l'importante stamani era dichiarare a caratteri cubitali che lei, alle regole, non ci sta.

giovedì 20 maggio 2010

Sms da F.

"Boia è strabello The Hours! Fino a che non ho visto i titoli finali non ho riconosciuto Nicole Kidman! Mi sono innamorata di Virginia Woolf".

Credo che sia la prima alunna che guarda un film che consiglio (Yuri, te non fai testo, il Rocky Horror non ha niente a che vedere col programma ministeriale, anche se dovrebbe). Mi commuovo.

venerdì 7 maggio 2010

Quando mi chiedono perché mi piace insegnare...

... rispondo che è perché mi piace lavorare coi ragazzi.
Perché la differenza tra i ragazzi e gli adulti è che per un ragazzo maleducato si può ancora sperare di poter fare qualcosa (non è detto che poi sia possibile, ma è lecito pensare che lo sia), mentre per un adulto ormai non c'è più niente da fare. Ecco, non è la scuola che mi piace. Mi sforzo di farmela piacere perché mi piace, in linea di massima, il brulichio di screanzati e screanzate che la popola. Tutto qui.

venerdì 30 aprile 2010

La fatica del sapere

L'ora in cui D. viene a fare i compiti di tedesco da me è l'ora peggiore di tutte. Appena dopo mangiato, dopo una mattinata a scuola, adesso poi che Aprile fa dolce il dormire... a volte l'abbiocchino viene anche a me, lo confesso! D. oggi proprio non ce la faceva a tenere gli occhi aperti, un paio di volte quasi quasi gli cadeva la testa sul quaderno e l'ho recuperato giusto in tempo. Allora, visto che tanto avevamo comunque lavorato e mancavano solo pochi minuti alla fine della lezione, per premiarlo della stoica restistenza alla fatica mentre aspettavamo che la nonna lo venisse a prendere l'ho portato con me alla gabbia dell'orsetto russo PinoLina. Le abbiamo dato da mangiare e lei si è esibita per noi nel migliore dei suoi one-hamster-show. D. mi ha chiesto se poteva accarezzarla, io gli ho dato il permesso anche se l'ho avvertito che spesso questi animaletti mordicchiano tutto ciò che li incuriosisce. Ha messo il dito vicino al musetto di PinoLina e lei gliel'ha praticamente sequestrato. Si è messa ad annusarlo/leccarlo/mordicchiarlo, beata, e poi da quando D. se n'è andato non ha più degnato d'uno sguardo né me, né il mio fidanzato.
Piccolo animale venduto.
Ma hai ragione te PinoLina, D. è veramente irresistibile! :D

lunedì 12 aprile 2010

Vi penso anche in vacanza


Chi dovrà, capirà. :)
Dopodomani ci aspetta il Trinity, gente, siete in forma, vero??

martedì 30 marzo 2010

Le mamme che amo

Tempo fa scrivo un sms per aggiornare una delle mie mamme d'oro di quest'anno sull'andamento del figlio, che seguo sia a inglese che a francese. Le scrivo che con inglese ormai siamo in pari, ma che con francese bisogna che insista ancora un po', anche a costo di annoiarlo mortalmente, anche a costo di farmi mandare a quel paese.
Risposta:
"Insisti, per ora a quel paese sta mandando me e la (professoressa di francese), a te ti salva. Baci e grazie".

Son sempre delle gran soddisfazioni. :D

domenica 28 marzo 2010

Dialoghi

Lui è già sul bus, lei sale dopo un paio di fermate, viene da un'altra scuola, ma evidentemente dallo stesso paese. Lui non ha nessuna voglia di farla sedere accanto a lui, non ha nessuna intenzione di spostare la cartellina da disegno che troneggia nel posto vuoto accanto al suo. Lei, ferma in mezzo al corridoio, indica col mento: "Posso?"
Lui senz'altro alza gli occhi al cielo, poi di buon grado sposta la cartellina e la fa accomodare.
Lei si siede. In silenzio.
"Cos'hai?" gli fa, dopo qualche secondo.
Lui: "Niente".
Lei: "Mah"
Silenzio.
Lei sospira.
Lui: "Cos'hai'"
Lei: "Niente"
Lui: "Hai visto?"
Si può essere dei grandi filosofi anche a 17 anni.

lunedì 15 marzo 2010

8

Mi scrive la mamma di D, prima media:

"Compito a sorpresa tedesco... 8... brava prof!"

Ma che brava prof... BRAVISSIMO D!!

giovedì 11 marzo 2010

I geometri e il dadaismo

Ai miei geometri piace molto questo esercizio usato a volte nelle scuole di scrittura creativa, per sbrigliare la creatività e vedere l'effetto che fa. Si può usare anche durante le lezioni di lingua straniera perché ci sono poche regole da seguire e ci si può concentrare di volta in volta su un aspetto della grammatica, del vocabolario e chi più ne ha più ne metta.
Il primo scrive una frase, piega il foglio e lo passa al secondo che, senza aver letto la prima frase, ne aggiunge una e ripete l'operazione, fino alla fine del giro. Se ci sono indicazioni da parte dell'insegnante, si seguono, per il resto via libera alla fantasia. Alla fine si guarda cos'è venuto fuori. L'anno scorso eravamo molti di più e i risultati furono deliranti, sia dal punto didattico che creativo.
Stamani eravamo in 4, ci siamo concessi anche un paio di giri a testa.
F insiste che pubblichi il tutto. Credi che non ne abbia il coraggio, eh pollastro?
Lascio anche gli errori, così imparate a essere senza pudore!!

ESPERIMENTO DADAISTA N. 1 (in grassetto i miei paletti - focus sui linkers e sui complementi di tempo, inizio libero)

  • Fede is horny
  • but he got super powers and became Alien
  • and I'm so lazy
  • anyway I will go in Tailandia
  • Once I broke a windows
  • and my friends got scared 'cause I killed a parrot
  • Next Friday I'm very drunk
  • Every time I see you I want to kiss you.
ESPERIMENTO DADAISTA N. 2 (focus sui tempi passati - stavolta ho cercato di stare al gioco anch'io e ho scritto i miei interventi senza guardare la frase precedente)
  • When I was a child I bought  a laser gun and eventually killed an innocent virgin for my own satisfaction
  • obviously I was gay
  • but at the same time I'm had finished the marijuana
  • Luckily I won at "Win for Life"
  • It was the first time I had preferences for male squirrels so I killed 'em all
Quindi (ognuno di voi sa a chi mi rivolgo): cambiate spacciatore, cambiate giro d'amicizie, cambiate musica da ascoltare, staccatevi da codesto pc, ripassate sennò il Trinity non lo passate neanche a pregare.
Vi amo, maledetti geometri miei.

mercoledì 10 marzo 2010

Domande epocali

All'ultimo momento sostituisco una collega in IV. Dico ai ragazzi che se vogliono possono riposarsi, o anticiparsi sui compiti per casa, perché non ho niente di particolare da far fare loro in quel momento.
C, sbarazzina come sempre, mi chiede la parola: "Profe, devo fare una domanda a F, la prego, mi serve l'opinione di un ragazzo". Le accordo il permesso, e lei rivolgendosi al suo compagno F, che da parte sua non è certo un esempio di timidezza:
"F, mi dici quante volte al giorno vai a fare la cacca?"
F: °.° (e qui suono di campane impazzite: nessuno era mai riuscito a far rimanere F senza parole!!)
"No, perché sa profe, mi sembra di capire che i ragazzi fanno molta più cacca delle ragazze. Vanno al bagno tutti i giorni, a volte anche due volte al giorno!!"
Io non so più che pesci pigliare. Questa è gente che quest'anno vota, e siamo qui a spararci i sondaggi sulla frequenza al gabinetto? Sublimi.
Poi viene fuori anche che C è  una stitica ormai dichiarata, e che la causa di questa stitichezza potrebbe essere il fatto che non beve abbastanza. E giù una serie di consigli su come fare a introdurre più liquidi e la spiegazione di tutti i benefici che un corpo ben idratato può comportare.
F se ne va, sconcertato. In cerca di un bagno, o di una bottiglietta d'acqua?

venerdì 5 marzo 2010

S piangeva

Venerdì scorso S piangeva. Nel corridoio, davanti alla finestra, con A che non sapeva come consolarla, come fare a sentirsi meno colpevole del suo dolore. S piangeva, bella e disperata nei suoi 18 anni effettivamente più incasinati della media, di nero vestita, con le ballerine, il cerchietto, gli orecchini e il rossetto rosso.
All'ora successiva, mentre sto uscendo, mi sento chiamare. E' lei che mi chiede un fazzoletto. Ha gli occhi enormi. Gonfi, ed enormi. Le do un fazzoletto, mi fermo a darle un bacio. "E comunque, ti assicuro che non si muore. Sembra di morire, ma non si muore. Poi passa. Te l'assicuro. Te lo prometto, che ti passa".
Non è per sminuirlo, il tuo dolore di adesso. Ce ne saranno altri, più forti, più gravi, ma questo sembra che ti stia uccidendo. Lo so. Resisti. Sei forte. E' per dirti che ci siamo passate tutte. Che lo so come ci si sente. Che non sei sola. Che domani sorriderai di nuovo, e sarai ancora più bella.

martedì 2 marzo 2010

Così impari a chiederli, gli sms

Antefatto, qualche giorno fa:
"P, quando vuoi venire a lezione basta che tu mi avverta il giorno prima, mandami pure un sms!"

Oggi, sms:
"Domani posso veni a fa francese?"

Non mi potranno mai accusare di mettere in soggezione i miei studenti, eh! :D